La finale del Roland Garros 2025 rimarrà nella storia ed è destinata a cambiare per sempre il gioco del tennis

Thomas Hobbes è uno dei massimi esponenti dell’empirismo, indirizzo filosofico nato in Inghilterra alla metà del ‘600. Suo è l’assunto secondo cui ‘l’uomo nasce competitivo e all’occasione diviene lupo per un altro uomo’. Ignoro se Carlitos Alcaraz e Jannik Sinner ne abbiano approfondito il pensiero. Quel che è certo è che sul Philippe Chatrier del Roland Garros ieri i due ne sono stati inconsapevoli seguaci, tale è stato lo spettacolo famelico messo in campo nella finale parigina. Un confronto gladiatorio corretto ma senza esclusione di colpi in cui all’esuberanza vorace dello spagnolo, l’italiano di San Candido ha opposto anche un po’ delle sue qualità cartesiane per via di una gestione razionale dei punti e di traccianti diretti agli angoli più remoti della metà campo avversaria ma non è bastato.
Il Carlito della Murcia ha mostrato le sue dieci, cento, mille vite tirandosi fuori da buche profonde con un coraggio che va oltre quello di un lupo. Quanto ne è venuto fuori è una pagina di storia moderna scritta da due sportivi Highlander che messi insieme a malapena fanno un over 45. Tutti sanno come è andata ma pochi avranno colto di questo match aspetti che vanno al di là del risultato nudo e crudo. Per farlo va rispolverato il valore dei dualismi per dire che, stando solo ai più recenti, i sessanta tete a tete consumati da Djokovic e Nadal o i quaranta di quest’ultimo con Federer hanno tutti lasciato ai posteri eredità importanti per la conoscenza del gioco. I dodici tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz possono apparire ancora poca cosa ma sono già in grado di fornire indicazioni preziose circa l’evoluzione di questo sport. Oltre alla motivazione e al controllo delle emozioni, la finale di ieri proietta il tennis nel suo immediato futuro. Non sarà più sufficiente d’ora in avanti, la resilienza mostrata dai Fab Four poiché a questa deve sommarsi a qualità esplosive anche in situazioni di svantaggio richiamando potenza e adrenalina al momento giusto. Per il resto tutto è scorso su una linea paritaria, confermata sui 193 punti di Sinner contro i 192 intascati da Alcaraz.
Chiudo dicendo che il match di ieri ha segnato la fine di un’epoca e tirato una riga sul tennis prima e dopo questa finale dei campionati di Francia.